Equipaggiamento

Equipaggiamento necessario in montagna


In montagna è necessario “usare la testa”


L’abbigliamento, per chi va in montagna, è un elemento di fondamentale importanza e può rivelarsi determinante per la tutela e la sicurezza della persona. Indossare capi adatti e portare con sé indumenti che possono rivelarsi utili in caso di imprevisti, è un passaggio obbligato per chiunque voglia trascorrere una giornata in montagna in piena serenità e senza correre rischi. In montagna le condizioni meteo possono cambiare repentinamente e se l’escursionista non è ben equipaggiato per fronteggiare un repentino abbassamento di temperatura o per proteggersi da un’improvvisa precipitazione atmosferica, potrebbe trovarsi in difficoltà. Come vestirsi, che tipo di materiali scegliere, quali calzature indossare per avere una presa migliore su tutti i tipi di terreno, cosa portare nello zaino: a queste e ad altre domande fornirà le risposte il filmato attraverso la narrazione di un’esperta guida alpina.

Realizzato da:
Corpo Nazionale Soccorso Alpino e Speleologico Abruzzo
news.cnsas.it/abruzzo



Un aiuto nella lotta contro il tempo

Bella, ma pericolosa! In montagna non esiste “rischio nullo”, ma se valutiamo preventivamente tutti rischi, riusciremo a contenerli in una misura del tutto accettabile. Il filmato ci suggerisce di applicare la regola del 3x3 prima di intraprendere qualsiasi escursione che abbia come scenario la montagna.
La regola consiste nel fare una valutazione sulle condizioni meteo (e se siamo in inverno anche sulla stabilità del manto nevoso), la conoscenza del terreno su cui andiamo a svolgere l’attività e il fattore umano: cioè, la nostra preparazione fisica. E’ importante, infatti, valutare le nostre condizioni fisiche, di allenamento e di preparazione tecnica prima di partire per evitare, poi, brutte sorprese.
Prevedere anche un “piano B” relativamente all’itinerario scelto, può fare la differenza nel caso in cui il percorso inizialmente scelto presenti delle situazioni impreviste che non avevamo calcolato prima di partire.
E non dimentichiamo mai di comunicare a un nostro amico o parente qual è la meta che intendiamo raggiungere e quale il percorso che abbiamo scelto.

Realizzato da:

CAI Abruzzo
caiabruzzo.it



ma l’ARTA può salvarci la vita

Prima di intraprendere una escursione con gli sci fuori pista, o una ciaspolata tra boschi innevati, è necessario informarsi preventivamente sulle condizioni meteo e sullo stato del manto nevoso consultando il bollettino delle valanghe ...qui o dalla App METEOMONT.
In questo video il Tenente Colonnello Nicolò Giordano, Comandante del Gruppo Carabinieri Forestali dell’Aquila e il Presidente del CAI Vincenzo Brancadoro, ci guidano lungo un percorso informativo sul funzionamento del campetto di addestramento ARTVA. In queste aree, a disposizione di chiunque abbia interesse, seguendo le informazioni di personale specializzato appartenente al Cai, ai carabinieri Forestali e al Soccorso Alpino, è possibile apprendere tutte le procedure da seguire nel caso di rinvenimento di travolti da slavina.
Ricordarsi che le condizioni di sicurezza o meno vanno sempre valutate pendio per pendio, affidandosi a esperti conoscitori del luogo o alle segnalazioni degli organi competenti preposti.
Inoltre, dal primo gennaio 2022, per effetto del decreto legislativo n. 40/2021, chiunque pratica attività fuoripista e attività escursionistiche, anche con ciaspole, ha l’OBBLIGO di portare con sé uno strumento elettronico di ricerca in valanga, l’ARTVA (Apparecchio di Ricerca dei Travolti in Valanga).
L’ARTVA è uno strumento ricetrasmittente a corto raggio che viene indossato dall'utilizzatore in modalità di trasmissione. Quando sia necessario ricercare uno o più travolti, i soccorritori commutano il proprio apparato in modalità ricezione per localizzare il trasmettitore dei travolti.
In abbinamento a questa apparecchiatura, l’obbligo si estende al portare con sé anche una pala ripiegabile e un sondino per consentire a chi non sia stato investito dalla valanga di intervenire immediatamente per estrarre i travolti, visto che il periodo medio di sopravvivenza difficilmente supera i 18 minuti, trascorsi i quali la permanenza in vita è altamente improbabile.

Realizzato da:

Comando Unità Tutela Forestale Ambientale e Agroalimentare Carabinieri
www.carabinieri.it



Vento e neve fresca fanno salire il rischio di valanghe

Non sempre una giornata soleggiata e serena è garanzia di sicurezza e di divertimento; a volte proprio la presenza di sole e di temperatura mite può causare distacchi di neve che a loro volta possono provocare una valanga. Abbiamo, infatti, visto che anche il vento esercitata un'azione meccanica sui cristalli di neve, rompendoli e diminuendo la capacità di coesione degli strati superficiali del manto nevoso che può staccarsi e precipitare a valle trasportando con sé rami, sassi, alberi e ogni altro genere di materiale che trova lungo il suo percorso.
Per lo sciatore inesperto la neve fresca appena caduta può costituire un elemento di “fascino” ed accrescere in lui il desiderio di un’avventura invernale: ma questa circostanza apprezzabile con lo sguardo, può trarre spesso in inganno e rendere la situazione particolarmente insidiosa.
Sarà bene, quindi, se vogliamo evitare di trasformare in tragedia una divertente giornata che abbiamo programmato da tempo, essere sempre pronti e disponibili a rinunciare se le condizioni della neve e del tempo ce lo consigliano o tutt’al più a modificare il percorso evitando l’attraversamento di pendii, di canaloni e di valloni.
In questo video il Presidente del CAI dell’Aquila, Vincenzo Brancadoro ci spiega che spesso le valanghe sono più frequenti nel periodo primaverile quando si sommano molti dei fattori di rischio come insolazione e precipitazioni recenti e con neve molto umida su pendio molto compatto o ghiacciato. In queste condizioni un fattore scatenante di un episodio valanghivo può essere anche il semplice passaggio di una motoslitta o di uno sciatore su un pendio già a rischio.
Si tenga sempre presente che per diminuire il rischio di incorrere in una valanga e procedere in condizioni di vigile sicurezza, si potrà programmare un’escursione solo dopo un periodo di assestamento del manto nevoso: processo che si perfeziona dopo una fase critica di rischio, durante la quale l’attività escusionistica è decisamente sconsigliata.

Per approfondire:

Realizzato da:

CAI Abruzzo
caiabruzzo.it




  • L’Abruzzo ha al suo centro non una città, ma una montagna, una grande, bellissima, terribile montagna, il Gran Sasso. Non badate ai metri dell’altezza; il Gran Sasso è di schiatta araldica, montagna di gran razza, di quelle che collochiamo con gli dei.

    Giorgio Manganelli